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NELLA CASBAH DI UDINE

Capitolo 3: Guardami negli occhi

La prossima volta che cammini per la Casbah in Udine, perché vai a prendere il treno, a comprare cibi etnici o chissà perché, rallenta il passo, fermati, cercami, guardami negli occhi. Non ci sei più abituato lo so, ti mette a disagio, ma non aver paura, stai lì, continua a guardare.

Chi sono? Non mi riconosci? 

Sono te. 

Quando eri bambino ed eri pieno di speranze e paure; quando l’amico del cuore ti ha salvato la vita; quando ti sentivi la più felice del mondo; quando hai perso tutto e hai dovuto ricominciare; quando la paura di non farcela ti mordeva la carne; quando hai trovato l’amore; quando l’hai perso; quando ti sentivi così stanco da morire; quando ti sei chiesto se saresti riuscito a crescere i tuoi figli; quando sarai vecchia e ti chiederai se ne è valsa la pena.

E questa sera, quando torni a casa, fermati davanti allo specchio. Mettici un po’ di tempo, guardati negli occhi. Ci vedi? Siamo tutti lì, siamo te.

C’è sempre speranza.

 

Gli autori di questo contributo sono Massimo Schneider e Matteo Baldan del progetto Udinecasbah.

UdineCasbah è un progetto di fotografia sociale dedicato al Borgo Stazione di Udine. Con la sua testimonianza si propone di raccontarlo per quello che è: un posto vivo, con le sue specificità, le sue risorse e i suoi problemi. Come ogni luogo con caratteristiche “Multi”- (etniche, culturali…) il Borgo finisce sui media solo quando cade un albero, e così si configura nella mente degli udinesi e dei friulani come un luogo pericoloso, insicuro, degradato. Lo scopo del progetto è incidere sulla percezione sociale del posto, raccontando la foresta che, invisibile agli occhi dei più, giorno per giorno convive e cresce.