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NELLA CASBAH DI UDINE

Capitolo 1: Guarda là, ci vive il mondo lì dentro

Udine, quartiere di Borgo Stazione. Uno dei tanti Kebab House. Non c’è gente, il ragazzo dietro il banco è gentile, ci fermiamo a parlare. Sembra uno dei tanti immigrati, che a malapena sanno l’italiano e nulla più. Invece no: colto, artista, ha una laurea in Servizi Sociali, ovviamente qui non riconosciuta. Kebabbaro per mantenere la famiglia, quando torna in Egitto fa la guida turistica. 

Gli chiedo come si vive nel Borgo. Guarda là, mi dice indicando il condominio di fronte; guarda là, ci vive il mondo lì dentro. Africa, Arabia, Asia, Sud America. Ognuno a modo suo ma c’è convivenza, rispetto. Certo, anche i soliti problemi, come dappertutto.

Ogni giorno, anche in questo momento. Nella “Casbah” di Udine decine di migliaia di persone lavorano, vivono, interagiscono, fanno la spesa, portano i bambini a scuola… danno vita a quel miracolo che è la convivenza quotidiana tra genti diverse, che è lo specifico di questo quartiere.

Peccato che, come la foresta che cresce, pochi la vedano. I più si fermano alla cronaca, sempre in prima pagina, dell’albero che cade.


Gli autori di questo contributo sono Massimo Schneider e Matteo Baldan del progetto Udinecasbah.

UdineCasbah è un progetto di fotografia sociale dedicato al Borgo Stazione di Udine. Con la sua testimonianza si propone di raccontarlo per quello che è: un posto vivo, con le sue specificità, le sue risorse e i suoi problemi. Come ogni luogo con caratteristiche “Multi”- (etniche, culturali…) il Borgo finisce sui media solo quando cade un albero, e così si configura nella mente degli udinesi e dei friulani come un luogo pericoloso, insicuro, degradato. Lo scopo del progetto è incidere sulla percezione sociale del posto, raccontando la foresta che, invisibile agli occhi dei più, giorno per giorno convive e cresce.