Mongolfiere Tascabili

L’INVISIBILE, I SUOI CONFINI

L’esperienza artistica di Teatro della Sabbia

Ci sono autori che hanno segnato il nostro lavoro teatrale da subito. Italo Calvino e le sue “Città Invisibili” sono stati l’emblema di una ricerca indirizzata allo spazio vuoto, all’uso sintetico di luce, oggetti, musica – personaggi fondamentali in scena quanto gli attori in carne e ossa – oltre ad artisti fondamentali e trasversali: Klee, Vermeer, De Chrico, Melotti, Steinberg, Hopper, Piero della Francesca, Velàzquez.


L’astrazione è alla base di un lavoro drammaturgico essenziale, fondato sulla necessità di ogni gesto, azione, segno sulla scena. Nulla è lasciato al caso, anche la nudità dello spazio vuoto. Una pagina bianca in cui è possibile per lo spettatore far emergere un proprio immaginario personale, bacino cui attingere per ricostruire creativamente la realtà, anche dove questa si rivela lacunosa, degradata, marginale, per dare spazio a “ciò che inferno non è”.

E poi arriva Georges Perec, autore francese e tanto internazionale come Calvino, le cui vite si intrecciano in un gioco molto serio chiamato Oulipo. Un circolo di scrittori e intellettuali amanti del gioco enigmistico, della combinatoria, delle collezioni e delle variabili, che tentano di raccogliere tutte le possibilità del reale in una scrittura arguta ed elegante, perfetta come le costruzioni architettoniche gotiche, e di cui possiamo solo indovinare lo sforzo di composizione che c’è alle spalle. Brillanti e ironici, curiosi e poliedrici nella loro formazione culturale e civile, certamente i simboli di una rinascita post-bellica segnata dalla riflessione e dalla necessità di farsi testimoni di un nuovo mondo, scandito dal consumismo e dalle sciagure ecologiche e paesaggistiche di cui sapranno essere testimoni pungenti.
Insomma, quanto di meglio da leggere e da mettere in scena. Parole, immagini, suggerimenti dati dai cinque sensi per un teatro che possa raccontare ancora, da uomo a uomo, la bellezza e le contraddizioni del vivere la contemporaneità.


Gli autori di questo contributo sono Caterina Comingio e Vincenzo Muriano, fondatori dell’Associazione Teatro della Sabbia.