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INVISIBILEVISIBILE

La storia di Zanzaraccia e Ragnetto

Immagina di entrare in una stanza, nel tuo soggiorno, nella tua cucina, nel tuo bagno… insomma dove preferisci. Ti guardi attorno e non vedi nessuno, il tuo primo pensiero sarà: “Ma pensa tu, sono solo” (oppure sola… dipende da chi sei Tu). Almeno è questo quello che penserei Io.

Poi, improvvisamente, un rumorino, un fruscio, uno scricchiolio, oppure un leggero Zzzzzzzzzzz appena dietro l’orecchio.

Aspettate un attimo… un secondo… Ma non avevamo appena stabilito – e ti garantisco che ne eravamo certi, che non c’era nessuno? Fino a cinque secondi fa eravamo soli, ora invece, qualcosina ci dice che non lo siamo più, anzi non lo siamo mai stati; è bastato un rumorino per mettere in discussione la nostra certezza.

Io a questo punto se fossi in te indagherei, ti vedo già, aggirarti per la stanza con le orecchie tese ad ascoltare ogni minimo fruscio, annusare l’aria come un predatore nella savana, attento, all’erta, pronto a tutto… in un attimo la vedi, piccolissima, leggera, praticamente invisibile. Ora c’è, ora non più, ora di nuovo eccola lì.

Una Zanzara.

La stessa creatura che, la notte, nel tuo lettone (come nel mio), al buio, prende le sembianze di un elicottero, pronto ad attaccare il tuo spazio aereo senza fare prigionieri. Nel mio immaginario diventa enorme, rumorosissima, ingombrante e sghignazzante, tanto fastidiosamente reale che diventa impossibile dormire. Ti è mai capitato? Poi categoricamente, ogni volta che si accende la luce per scacciarla, non c’è… come se non fosse mai esistita e come a volerti prendere in giro, appena si rispegne la luce, tutto rinizia.

Ed ora eccola lì, minuscola, che quasi non esiste.

Seguila con lo sguardo e… aspetta, fermo così. Lo vedi anche tu ora vero? Lassù, in quell’angolo, c’è anche lui. Un ragnetto, a me a questo punto verrebbe da dirgli: “Un, due, tre, tana per il ragnetto, ti ho visto.”

Eccolo lui, indifferente, immobile, che ti fissa coi suoi occhietti, sospeso sul suo invisibile filo, che non si capisce se sta realmente fissando te, la zanzara o semplicemente sta pensando agli affari suoi a casa sua; perché infondo questa è anche casa sua, esatto, lui è nato e cresciuto qui, quindi è casa sua e tu sei il suo inconsapevole coinquilino.

Ok, ricapitoliamo, dovevi essere da solo e ora siete già in tre, ok quattro se conti anche me. Quindi, Tu, Io, la Zanzaraccia e il Ragnetto… Lo hai visto? Con la coda dell’occhio? Mi è solo sembrato oppure c’era veramente? Tu non hai visto nulla? Lì tra il tappeto e il battiscopa, piccolo, con sei zampette come stecchetti, troppo veloce per essere sicuri di averlo visto, così mimetizzato che appena lo vedi, già non sei più sicuro che ci sia. Eppure c’è.

 

Un grazie speciale a Elia, 2 anni e mezzo, per il tocco di verde dell’immagine di copertina.

Classe 1983, lavoro nella cooperazione sociale, ma parallelamente sono anche un pittore, un incisore e un writer. Ho iniziato a disegnare fin da piccolo, osservando i vari pittori che si avvicendavano nella vetreria artistica dei miei nonni e di mio zio, poi ho frequentato il liceo artistici Max Fabiani di Gorizia e ho concluso gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia discutendo una tesi dal titolo: “La figura dell’insetto tra metamorfosi e metafora”. Questo è quello che io adoro dipingere, questi sono i miei soggetti preferiti, ciò che ha messo in moto tutta la mia ricerca artistica. I miei compagni di scuola dicevano di me: Mmm… Mah?... Boo. Ora che ci penso piacerebbe saperlo anche a me. Il libro che ho sul comodino: Ne ho diversi, leggo in base all’umore, ora ho Italo Calvino “Le Città Invisibili”, Michael Ende “Lo specchio nello specchio” e vari fumetti. Domani vorrei ritrovarmi. Non sono molto esigente mi basta un bel fiume pieno di pesci a pescare in completo relax con mio figlio e la mia compagna.